Fa caldo al campo, tanto, troppo.
La spianata di terra bianca e sassi, senza un albero, senza un riparo, rimane
comunque il posto più vivibile – nelle tende e sotto il gazebo dove si
consumano i pasti la temperatura aumenta rapidamente.
I volontari arancioni si muovono instancabili – preparare pasti, servirli, organizzare
i successivi, stoccare le merci, fungere da mediatori interculturali…
Da circa un mese, i volontari di Anpas Lazio collaborano, in un clima di ottima intesa,
con quelli della Croce Rossa nella gestione quotidiana del campo per i migranti
in transito organizzato nei pressi della stazione Tiburtina di Roma.
Divisi in tre turni, operano giorno e notte per cercare di offrire sostegno a uomini,
donne e bambini in fuga dalla guerra.
Il numero dei volontari Anpas Lazio coinvolti cresce di settimana in settimana
– dai 7 della prima attivazione ai 19 dell’ultima settimana.
Stare lontani da quegli occhi non si può, vai a casa distrutto, lavi la divisa e
vorresti già essere di nuovo lì, a porgere piatti e sorrisi, a giocare a nascondino
con i bambini, a cercare una lingua comune.
A volte, a vedere tanto dolore, ti senti inutile.
Poi, incontri gli occhi di uno di loro, li vedi illuminarsi in un sorriso e un “grazie”
in un mix improbabile di lingue e capisci che, per un attimo, hai ingentilito
un cuore che altri hanno ferito.
(n.d.r.: in accordo con i volontari della Croce Rossa, abbiamo deciso
di non pubblicare foto del campo, per rispetto agli ospiti)