È disponibile da oggi, lunedì 8 giugno, sull’home page del sito del
Dipartimento della Protezione civile (www.protezionecivile.gov.it),
il dossier dedicato all’iniziativa della rete #socialProCiv: si tratta
di un lavoro, ideato e promosso da diverse realtà del sistema di
protezione civile italiano, dedicato alla comunicazione di
protezione civile sui social media.
Anpas è l’unica associazione di volontariato
ad aver partecipato a questo studio
Coloro che entreranno nel dossier troveranno – oltre al racconto
delle attività svolte negli ultimi due anni da un tavolo di lavoro molto
variegato, formato da diverse realtà del sistema di protezione civile,
tra cui anche operatori dell’informazione e dellacomunicazione sui social media –
ilManifesto della rete #socialProCiv e due documenti aperti alla
consultazione pubblica: le indicazioni per la redazione di policy e le linee
guida per la gestione degli account.
#SocialProCiv vuole essere una community digitale formata da tutte quelle realtà
operanti nel campo della protezione civile italiana che intendono fare una corretta
comunicazione del rischio e dare precise informazioni in emergenza anche attraverso
i social media.
Il dossier disponibile sul sito del Dipartimento vorrebbe fornire agli attori del Servizio
Nazionale della Protezione Civile che desiderano far parte della rete #SocialProCiv
indicazioni pratiche e di principio per la loro presenza responsabile sui social, sia
in emergenza sia in ordinario.
L’obiettivo è, quindi, favorire lo sviluppo di una rete digitale aperta a tutte le
strutture pubbliche e private; una rete aperta, ovviamente, anche agli operatori
dell’informazione che decidessero di veicolare sui territori i temi della prevenzione
e della conoscenza dei rischi; una rete, quindi,al servizio dei cittadini come punto
di riferimento per la comunicazione di protezione civile a trecentosessanta gradi.
La consultazione pubblica sulle versioni “beta” delle policy e delle linee guida per
la gestione degli account resterà aperta per 30 giorni ai contribuiti che perverranno
da parte di rappresentanti di amministrazioni, enti, organizzazioni di volontariato e
operatori dell’informazione, contributi che saranno la base per gli aggiornamenti
successivi dei documenti stessi.