15 Febbraio

Si studia, qui, per ingentilire i cuori

Per una volta iniziamo un racconto dalla fine

Una giornata ANPASSIONANTE ed emozionante quella di oggi al corso base di protezione civile

Anpas Lazio. Sono felice di aver realizzato un progetto che ci eravamo proposti da tempo. Ringrazio

tutti quelli che hanno reso possibile questa giornata. Grande soddisfazione nel vedere tanti volontari

di associazioni diverse uniti nel nome e nel segno dell’Anpas.

In particolare la presenza di tanti giovani che hanno potuto conoscere

la storia di questo movimento ed apprezzarne i valori

Enzo Carlini ha il dono della sintesi. Ma il racconto è qui sotto. (le foto della prima giornata qui)

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CORSO BASE DI PROTEZIONE CIVILE

Grande fermento in Anpas Lazio per l’organizzazione del corso base di Protezione civile, (scarica il programma in area download)

volto a migliorare la conoscenza del sistema di protezione civile e, in particolare, delle leggi

che lo governano e del ruolo del volontariato all’interno di questo sistema. (le parole del Presidente Anpas Lazio)

Dal 15 febbraio, infatti, per tre domeniche, i volontari di Anpas Lazio saranno impegnati a

Castelnuovo di Porto in questo corso, parte del progetto “Una cascata formativa”, i cui obiettivi specifici sono:

– aumentare la consapevolezza del ruolo di volontario adeguatamente formato;

– conoscere le procedure di gestione delle emergenze per poter operare con competenza

e in sinergia a livello locale, regionale e nazionale;

– adottare buone pratiche per la sicurezza degli operatori coinvolti nell’emergenza;

– essere consapevoli dei rischi derivanti dallo stress dei soccorritori e delle vittime.

Il corso si svolgerà nelle domeniche 15, 22 febbraio e 1 marzo nel magnifico scenario

della Rocca Colonna di Castelnuovo di Porto, gentilmente messa a disposizione dal Comune.

Si studia, quindi, e ci si esercita per poter continuare a dire Niuna specie di soccorso è a essi ignota.

A Baronissi un week end con gli esperti della protezione civile

Un percorso di divulgazione della cultura di protezione civile che arriva a Baronissi

e che prevede la formazione di volontari formatori che a loro volta creeranno

altri formatori territoriali Anpas di protezione civile suddivisi in formatori di base

e formatori specifici (logistica, segreteria, responsabili di campo di protezione civile e cucina).

Un sistema di formazione a “cascata”, già sperimentato e implementato dal movimento delle pubbliche assistenze

con “Essere Anpas” e “Io non Rischio” e che permetterà di formare nel tempo

un numero maggiore di volontari favorendo la capillarizzazione sul territorio.

Vi invitiamo a leggere l’articolo di Anpas Nazionale.

In bocca al lupo ai volontari di Anpas Lazio che stanno vivendo il percorso.

Pregliasco-La Stampa

Pubblichiamo la lettera di risposta di Anpas all’articolo comparso

sul quotidiano

La Stampa” del 4 gennaio 2015, dal titolo “Lavorare il meno possibile? Ecco come si fa.

Protezione civile: Se i volontari sono lavoratori furbetti e l’intervento

su una emergenza è uno strumento per assenteisti.

DagheZena: 15 ottobre

 

Egregio Direttore Calabresi
le scrivo a nome degli 80mila volontari che in 881 comunità d’Italia

si occupano del miglioramento della vita quotidiana delle persone ogni giorno.

Persone che dedicano la loro passione, il loro tempo libero e che spesso ne tolgono

alle loro famiglie per il bene delle loro comunità e della nazione di cui fanno parte
Una premessa che poteva essere evitata visto che una testata giornalistica come

la Stampa da anni racconta quel che accade in Italia ogni giorno, ma è doverosa

per chiederle perché un giornale apprezzato e autorevole, come quello che dirige,

possa scrivere un articolo come quello comparso nella edizione di del 4 gennaio

a firma Paolo Baroni nel quale si scrive che i volontari di protezione civile, in quel caso

del CNSAS siano portati a “lavorare il meno possibile e allo stesso è permesso di

restare a casa e intascare regolarmente lo stipendio”.
Da un giornale come il suo ci saremmo aspettati un metodo giornalistico più

rigoroso nello scrivere un articolo su un tema così importante e delicato nel quale

però viene a mancare ciò che di più apprezziamo nel suo giornale: la capacità di essere

preciso e di non generalizzare un fatto, la lungimiranza di analizzarli attraverso

l’uso delle nuove tecnologie e lo studio e la produzione dei big data.

Una generalizzazione che reputiamo ingiusta, prima ancora che grave, quella fatta

ai volontari CNSAS (ai quali va tutta la nostra solidarietà). Nell’articolo si afferma

che “un’altra legge consente ai volontari della protezione civile di assentarsi anche

per 10 giorni consecutivi (massimo 30 giorni in un anno) per effettuare simulazioni

e formazione ed in caso di calamità concede 30 giorni consecutivi con un tetto

di 90 in un anno”, a parte non citare la legge, l’articolo non menziona la norma

(DPR 194/2001) che all’articolo 9 sottolinea che che il datore di lavoro è tenuto (e non obbligato)

a consentire la partecipazione dei volontari delle organizzazioni di protezione civile

alle attività di esercitazione/soccorso. Questa disposizione, secondo l’articolo,

è considerato uno “strumento per evitare di presentarsi al lavoro”.

Inoltre viene tenuto conto dell’importanza delle esercitazioni di soccorso e di

protezione civile, fermo restando che non tutte le esercitazioni di protezione civile

sono soggette a questa norma. La preparazione, la formazione alla quale si sottopongono

regolamente i volontari di protezione civile sono poi propedeutiche alla riuscita dell’intervento

quando c’è davvero bisogno in occasione di terremoti, alluvioni e altre emergenze di carattere

locale o nazionale. Eventi che si ripetono sempre più spesso e che sempre più spesso vedono

coinvolti i volontari di protezione civile.

Invitiamo pertanto lei e il signor Baroni in una delle tante esercitazioni che i volontari

di protezione civile fanno in tutta Italia, a conoscere almeno un volontario di protezione civile

e magari sentire una delle storie di soccorso o un intervento fatto in una delle emergenze

alle quali ha preso parte
Saluti
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas Nazionale.