Perché come lo chiami quando ti trovi a fissare 40 paia d’occhi, e dietro
quegli occhi ci sono dei bambini di sei anni, e dietro quei bambini ci stanno
i grandi di domani, mentre davanti a quei bambini ci sei tu, che hai una paurissima,
perché non è facile raccontare ai bambini la Protezione civile e i terremoti e i feriti
senza spaventarli.
E allora cerchi di farla raccontare a loro, che hanno molte più parole giuste di te,
che ti fanno domande che sembrano buffe ma nascondono un mondo di filosofia
dentro, perché “la verità la sanno i matti e i bambini”,
che “la Protezione civile salva anche i dinosauri, perché i dinosauri che volavano
si sono evoluti negli uccelli e quindi non è vero che i dinosauri si sono estinti“…
Che poi, le parti si invertono e allora tu diventi piccola e loro ti insegnano che
la gioia è il sorriso che spunta sulla faccia di Chang quando scopre che i soccorritori
non soccorrono solo gli italiani ma tutte le persone (“anche i ladri?” “sì, anche i ladri,
se hanno bisogno anche loro, ma se sono cattivi poi la polizia li arresta” “ah. allora va bene”),
che si può giocare anche con un terremoto, che “fare l’uovo sotto al banco” salva la vita
e lo spirito e che un volontario “è quello che vuole come paga un abbraccio e un sorriso”
e io oggi sono miliardaria.
Che poi, chiedetemi ancora perché lo faccio.
Patrizia (Praesidium)